incesto
Le voglie di uno zio - Prima parte -
di maxxx13
11.03.2018 |
10.977 |
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"La mia curiosità mista all'eccitazione si faceva strada nella mia mente..."
Era il fratello più giovane di mio padre, nonché il mio preferito fra tutti. Si chiamava Michele, ma per tutti ero lo zio d’America. Emigrato tanti anni fa, aveva fatto fortuna negli States e in estate veniva a trovarci nella nostra casa di casa di campagna.Non gli piaceva conversare con gli adulti, preferiva più la nostra compagnia e nel tempo quando i peli fecero capolino sul nostro petto, iniziò a passare molto tempo con noi giocando a pallamano o lotta libera.A quei tempi doveva avere sui 40 anni ma ne dimostrava di meno, con un fisico forgiato dal' addestramento militare e dal savate che praticava a livello agonistico; era quel tipo d’uomo che è meglio non avere come nemico, quel genere di persona che riesce ad incutere paura e rispetto allo stesso tempo.
Durante l’estate che precedette il mio 17 compleanno che il nostro rapporto cambiò. Nella casa di campagna decidemmo di giocare a pallamano. Per distinguere le due squadre si era detto che i giovani avrebbero levato la maglietta, mentre i vecchi avrebbero tenuto la canottiera.
Ero contento di ciò, perché avrei fatto vedere al mondo che manzo ero diventato. La pallanuoto mi aveva costruito un fisico degno di entrare nell’olimpo dei maschi alpha, e secondo mio cugino Matteo anche un bel culo sodo. Mi tolsi la maglietta.
Il mio gesto non passò inosservato, e i suoi occhi neri e profondi da uomo vissuto mi squadrarono per bene. Non lasciava trapelare niente, ma mi parve di notare un rigonfiamento in mezzo ai pantaloni. Mio fratello mi riportò alla realtà, e insieme agli altri cugini prendemmo posto nel campo.
Fu nell’occasione di un placcaggio di una palla,che quella strana sensazione di caldo si ripresentò; grazie ad un' azione di mio fratello ero riuscito a recuperarla ed iniziai a correre. Non me ne resi conto ma lo zio mi stava seguendo e, con un salto riuscito a mandarmi a terra. Attraverso la stoffa del mio pantaloncino potei sentire distintamente il suo uccello caldo in piena erezione, percepivo indistintamente la sagoma sopra il mio culetto sodo, le sue mani forti si erano legate al mio torace “ Non così in fretta!!” mi sussurrò, mentre un brivido di eccitazione misto ad adrenalina risvegliava desideri che pensavo fossero sopiti. Mi girai con la palla ancora in mano, girai la testa e mi diede un bacio in bocca; per lo sconcerto di quel gesto lasciai la presa e mi rubò la palla, e correndo verso la nostra porta.
Mi rialzai sorpreso e imbarazzato, non tanto per il vile trucco quanto per l'eccitazione che mi aveva preso il controllo facendo andare il sangue in mezzo alle gambe.Cercai di giustificare l'accaduto con i miei compagni, riuscendo a prendermi dell' imbecille da mio cugino, mentre mio fratello aveva capito cosa fosse successo e mi disse di anticipare le sue mosse, insomma di restituirgli il favore.
L’occasione di rivincita non mancò ad arrivare; quando ebbi la palla in mano di nuovo iniziai a correre verso la meta e con la mano libera decisi di dare una bella palpata al suo pisello. Avrei voluto dirgli “ecco quello che ti meriti”, ma quello che rimase sorpreso fui io, perché nel commettere quel fallo di mano avevo tastato la consistenza dei suoi “gioielli”. E che gioielli!!. Anche da floscio, mio zio doveva essere estremamente dotato. La palpata, doveva essere durata più del previsto, perché lui se ne era accorto, e senza dire niente, mi atterrò lasciandomi supino e furente di rabbia.
Mi aveva ancora una volta gabbato, e potevo sentire i muscoli del suo corpo tendersi per lo sforzo; il mio uccello si indurì lasciando una chiazza minuscola sui pantaloni. “Bel tentativo”, sussurrò nell’orecchio “Vieni in camera mia dopo la partita…che te la faccio pagare!!” con una mano mi strinse il capezzolo sinistro, ma rialzandosi con la palla in mano se ne andò a segnare, lasciandomi a terra in piena erezione e confuso.
Perdemmo miseramente, ma in realtà non me ne fregava un bel niente; tutti i miei pensieri andavano alla frase che quel porco mi aveva detto e alle sensazioni che avevo appena provato. Avrei dovuto essere amareggiato per la sconfitta, ma una strana sensazione si faceva strada dentro di me, un brivido di piacere che dalla schiena raggiungeva il mio pisello.
La mia curiosità mista all'eccitazione si faceva strada nella mia mente. mentre ci avviavamo negli spogliatoi non gli staccai gli occhi di dosso, osservando il suo culo sodo lasciando che i pensieri più sconci prendessero il sopravvento. Sapevo che questo mi sarebbe costato una lunga sega solitaria sotto la doccia.
Non avevo voglia di sopportare le prese per il culo dei miei cugini, decisi quindi di seguire mio zio verso la sua camera... Fine prima parte
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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